Il ritorno di Thomas Baffo (2)

Il cloud era diretto da mister CAD, un tipo di belle speranze disattese. CAD viveva in un piccolo pallone ancorato a venti metri dal suolo e dalla realtà con le sue sorelle, le regole tecniche. Si nutrivano essenzialmente di metadati e, quando non liofilizzavano documenti, passavano il tempo su Netflix a guardare serie sui flussi documentali. Loro era il controllo della grande macchina liofilizzatrice che con stridor di vincolo annientava i fascicoli. E anche l’accesso alla rete dei palloni cloud era affar loro. Identità, segugio di razza non ci mise molto a scoprire tutto ció. Leggerezza per conto sup divinità etimologicamente levitante riuscì perfino a sbirciare tra i palloni. Thomas fumava nervosamente carote e tentava di comporre un puzzle di 5.000 pezzi raffigurante Bonaini che concepisce il metodo storico mentre guarda le istituzioni e non le materie. Alla fine fu chiaro: bisognava seguestrare CAD  e impossessarsi del marchingegno liofilizzatore per poter deliofilizzare le carte e inondare di archivi la città. Per far questo decisero di farsi aiutare da due ribelli contumaci, ricercatissimi dal potere digitale: Senso Della Realtà e Digital Divide. Thomas ne conosceva i nascondigli nella valle del Buon Senso e non fu difficilissimo trovarli e ottenere la loro entusiastica adesione. Ora si trattava di inventarsi un piano. A Thpmas vennero in mente i regesti volanti leggere navicelle di parole che avrebbero potuto trasportarli. Bisogna sapere però che il regesto è un tipo asciutto poco incline alle fantasie e tanto meno alle rivoluzioni. Per blandirli ci vollero litri di sopraffino succo di pergamena prodotto da diplomatisti stellati. In ogni modo si procurarono il numero di regesti necessari e poterono pensare alle armi. Innanzitutto bombe polvere. CAD odiava e combatteva la profumata polvere d’archivio. Poi naturalmente bombe carta (ah ah). E infine spray analogico un misterioso composto che stampava tutto quello che toccava

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